Gil
- 06/04/2016 08:22:00
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È una poesia intessuta con gli opposti radicali, dove il loro punto di congiunzione è la maternità che figli l’aman; recuperando il religioso dell’immagine, ne coglie il cuore, ne svela il cuore di Dio. Superba la filigrana che lascia trasparire la bellezza della Pietà, superandone la dimensione puramente estetica, per elevarsi ancora in un senso teologale della generazione redentiva attraverso la carne. Anche se il passaggio che prediligo, in una lettura sempre troppo sì breve ed inadeguata (merita la trascrizione dei versi e per ogni verso un singolo commento, mentre ne è indegno il mio così breve; solo vorrei segnalare la bellezza profonda della purificazione con l’acqua sporca: qui meriterebbe ancora un commento a parte), è quello della sublime sapienza nella contrapposizione libertà-felicità, poiché solo nella prima opzione tutti l’umano ritorna al centro del Mistero rimanendo radicalmente umano nel suo conoscersi (in) Dio. Ripeto, il mio è solo un accenno, mentre questaltra opera poetica di Amina è pregna di significati che meriterebbe un libro a parte, per restituirne un poco della luce di cui è davvero bella nei suoi raggi di rifrazione.
SempreMiaInsuperabilePoetessa
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